Le “lesioni da pressione” rappresentano un fenomeno che mette in evidenza come questo sia un elemento con una pesante ricaduta sia a livello economico che sulla qualità dell’assistenza infermieristica erogata, in ambito ospedaliero e domiciliare.
Tali lesioni tendono a formarsi prevalentemente nei soggetti affetti da patologie che ne compromettono la funzionalità neuromotoria e nei soggetti anziani allettati.
E’ un problema destinato a crescere in ragione dell’aumento della popolazione anziana.
In quanto professionisti della salute, dobbiamo porci nell’atteggiamento di approfondire su basi scientifiche la pratica quotidiana: è bene infatti evitare comportamenti basati sulle abitudini ed approfondire in maniera costante e scientifica il nostro sapere.
Valutare, cioè, se quello che facciamo tutti i giorni possiamo farlo meglio, allo scopo di rendere un servizio più efficiente ed efficace all’utente che in quel momento ha bisogno del nostro intervento.
Questo non significa necessariamente fare ricerca in prima persona, ma conoscere e saper applicare correttamente ciò che la letteratura ci mette a disposizione per migliorare la nostra attività quotidiana.
Le lesioni da decubito si definiscono come un danno cutaneo e/o dei tessuti sottostanti, localizzato per lo più in corrispondenza di prominenze ossee, quale il risultato della pressione o della pressione in combinazione con forze di taglio gravante per un certo intervallo di tempo sul distretto cutaneo interessato. Se la funzione dei recettori dolorifici viene meno, il danno ischemico si protrae per un intervallo temporale più lungo, portando a necrosi dei tessuti cutanei.
Ciò si manifesta con la formazione di una lesione da decubito.
Le lesioni da decubito, conosciute anche come ulcere da pressione, possono essere molto dolorose, difficili da guarire (cronicizzandosi nel tempo) e aumentano la mortalità nella popolazione interessata: si stima che circa 60.000 persone all’anno muoiano per complicanze legate all’insorgenza di lesioni da decubito, come le infezioni delle stesse e le sepsi generalizzate.
Le lesioni da decubito si possono definire come “un danno cutaneo e/o dei tessuti sottostanti, localizzato per lo più in corrispondenza di prominenze ossee, quale risultato della pressione o della pressione in combinazione con forze di taglio” gravante per un certo intervallo di tempo sul distretto cutaneo interessato.
È ormai un dato assordato che la prevenzione delle ulcere da pressione non può prescindere da due aspetti: