ABRASIONE trauma superficiale della cute a spessore parziale, spesso causato da frizione.
ALGINATI fibre di tessuto-non tessuto derivate da alghe marine. Prima dell’uso appaiono soffici e lanosi, ma a contatto con l’essudato si trasformano in gel. Producono un ambiente umido e sono utili sulle lesioni piane e cavitarie. Hanno proprietà emostatiche.
ALLERGICA, REAZIONE risposta esagerata del corpo ad uno stimolo normalmente non nocivo che viene definito allergene.
AMBIENTE UMIDO un microcosmo che si realizza nell’interfaccia tra una medicazione avanzata ed il fondo di una lesione. Promuove la riparazione tessutale, facilita il debridement autolitico, protegge la lesione dalle contaminazioni esterne.
ANAEROBI sono organismi che non necessitano di ossigeno per sopravvivere. Gli anaerobi facoltativi possono essere attivi anche in presenza di ossigeno. Nell’uomo rappresentano la più comune flora saprofita. Le ferite infette con anaerobi producono un odore acre e putrescente caratteristico (Clostridium perfrigens e Bacteroides fragilis).
ANGIOGENESI generazione di nuovi vasi sanguigni che si può vedere alla base di una ferita in fase di guarigione.
ANKLE/BRACHIAL PRESSURE INDEX (ABPI) metodo utilizzato nel monitoraggio delle ulcere delle gambe, per determinare la presenza ed il grado dell’arteriopatia periferica. Viene utilizzata una sonda Doppler per misurare la pressione sistolica su entrambi gli arti, seguita dalla pressione sull’arteria dorsale del piede o sulla tibiale posteriore.
La pressione maggiore registrata alla caviglia viene quindi divisa per il valore maggiore registrato al braccio ed il risultato ottenuto rappresenta l’indice ABPI. Un valore non maggiore di 0.9 indica che non è presente una arteriopatia, un risultato nel range di 0.8 - 0.6 indica che è presente una lieve arteriopatia, mentre un valore inferiore a 0.6 indica che è presente un’arteriopatia di grado severo.
ANOSSIA uno stato in cui il tessuto non riceve un adeguato supporto di ossigeno.
ANTIBATTERICI agenti utilizzati per inibire la proliferazione di patogeni.
ANTISETTICI agenti utilizzati per detergere una ferita, in grado di ridurre la carica microbica. Si ritiene che l’uso di antisettici come la clorexidina sia di scarsa importanza e si raccomanda in alternativa l'uso della soluzione fisiologica.
ASCESSO una raccolta localizzata di tessuto necrotico, batteri e globuli bianchi (pus). Questa raccolta è trattenuta da una barriera costituita da fagociti e da uno strato di fibrina. Se l’ascesso si rompe e comunica con la superficie esterna del corpo, si può formare un tragitto sinuoso.
ASEPSI assenza di microrganismi, finalizzata alla prevenzione della colonizzazione di una ferita mediante sterilità dei materiali che vengono in contatto con essa (strumenti, fluidi, medicazioni).
ATROFIA riduzione dei tessuti del corpo umano.
AUTOLISI rimozione naturale dei tessuti attraverso l’azione di enzimi che sono prodotti dalla lesione stessa.
BATTERE un bacillo gram-negativo, anaerobico,normalmente presente nell’orofaringe e nelle feci. Nella ferita infetta è considerato un organismo opportunista.
BATTERIOSTATICO un agente che, a differenza degli antibiotici, non elimina i patogeni, ma risolve un’infezione inibendo la moltiplicazione dei batteri.
BENDAGGI si distinguono sei classi:
di contenzione (prodotti per mantenere in sede le medicazioni);
di supporto (contengono e controllano i tessuti senza compressione);
di compressione (applicano una pressione esterno per uso clinico);
con paste (contengono una crema medicata);
con adesivi (per supporto e compressione in traumi come una distorsione);
tubulari (forniscono un supporto compressivo molto leggero o agiscono come bendaggi di contenzione).
BENDAGGIO COMPRESSIVO terapia per le ulcere venose della gamba. Il bendaggio più efficace è quello graduato, nel quale differenti livelli di compressione vengono applicati in sedi differenti sulla gamba. I sistemi più comunemente utilizzati sono tre: a corta estensione, a lunga estensione e multistrato.
CALLOSITÀ una crescita di cheratina sulla pelle causata da una reazione alla pressione persistente.
CAUTERIO uno strumento usato in lesioni potenzialmente infette e per distruggere tessuto di granulazione in eccesso. La cauterizzazione può essere effettuata con sostanze caustiche, attraverso il passaggio di corrente, con un ferro rovente oppure con il freddo.
CELLULITE un’infezione non suppurativa dei tessuti molli, normalmente causata dallo Streptococco emolitico. Sono presenti sintomi e segni di infiammazione. La cellulite si manifesta sulla cute perilesionale alla ferita, con una netta demarcazione rispetto alla cute sana. L’infezione può diffondersi attraverso le reti linfatiche.
CHELOIDE una spessa protuberanza di tessuto cicatriziale che reagisce in modo spropositato rispetto alla quantità di tessuto necessario per la chiusura della ferita. Non si deve confondere il cheloide con l’ipergranulazione o con la cicatrice ipertrofica.
CITOCHINA fattori extracellulari che possono essere prodotti da diversi tipi di cellule tra cui monoliti e linfociti. Funzionano da messaggeri chimici e sono importanti nella risposta infiammatoria locale e sistemica. Vedi anche alla voce “Fattori di crescita”.
CICATRICE IPERTROFICA si sviluppa subito dopo che la ferita è stata procurata, qualunque ne sia stata la causa; si sviluppa in particolare a seguito di episodi di acne, ferite chirurgiche e vaccinazioni.
CITOTOSSICO è potenzialmente mortale per le cellule. Alcuni agenti utilizzati per trattare le ulcere sono citotossici.
COLLAGENE una proteina generata da fibroblasti che serve da supporto per l’organizzazione del tessuto connettivo quale la pelle e i legamenti. Rappresenta il 30% circa del totale di proteine presenti nell’organismo.
COLONIZZAZIONE moltiplicazione di microrganismi senza evidenti segni clinici. È presente normalmente su lesioni in fase di granulazione.
COLORAZIONE DI GRAM tecnica di colorazione a base di violetto di genziana che permette la differenziazione dei batteri in Gram positivi e Gram negativi. Prende nome dal medico danese che l’ha messa a punto.
COMMENSALI microrganismi che non interferiscono con l’ospite; non sono patogeni e diventano parte della flora batterica normalmente presente. È sinonimo di simbiotico.
COMPLEMENTO (C) complesso gruppo di proteine e di altri fattori presenti nel siero ed in altri fluidi umani che sono normalmente inattivi. Partecipa al processo infiammatorio quale mediatore nella reazione tra antigene e anticorpo.
CONTAMINAZIONE presenza di microrganismi patogeni o materiale infetto su superfici o oggetti normalmente sterili, senza che essi si moltiplichino.
CONTRAZIONE l’avvicinamento dei margini di una ferita quando questa guarisce per seconda intenzione. L’esito finale produrrà una cicatrice che sarà più piccola della lesione iniziale.
CONTUSIONE trauma superficiale causato da un urto, con assenza di soluzione di continuo cutanea.
CORPI ESTRANEI materiali presenti in tessuti del corpo dove non dovrebbe essere presente. Può rappresentare uno stimolo per infezione.
DEBRIDEMENT rimozione di tessuto devitalizzato e materiale estraneo da una lesione. Può essere ottenuto in alcuni giorni. Esistono varie modalità: chirurgica, enzimatica, autolitica, meccanica, biochirurgica.
DEIESCENZA riapertura di una ferita chiusa chirurgicamente.
DOPPLER metodo per esaminare la pressione arteriosa sistemica in modo più accurato rispetto allo stetoscopio. Viene usato per calcolare l’indice pressorio caviglia-braccio.
ELASTINA la componente maggiore del tessuto elastico. Le fibre elastiche si trovano nella matrice extracellulare della pelle, dei vasi sanguigni e dei polmoni per dar loro la possibilità di ritornare alle normali dimensioni dopo i frequenti stiramenti transitori legati alla loro fisiologia.
EMATOMA raccolta localizzata di sangue presente nei tessuti all’esterno del lume vascolare.
EMOSTASI arresto di un’emorragia.
ENDOTELIO il tessuto che fa da rivestimento ai vasi sanguigni e linfatici, al cuore e ad altre cavità corporee.
ENDOTOSSINE tossine prodotte prevalentemente da organismi Gram-negativi (Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Salmonella).
EPITELIZZAZIONE lo stadio finale della fase proliferativa in riparazione tessutale. Le cellule epiteliali migrano sulla superficie di lesione, completando la guarigione.
EPITELIO O TESSUTO EPITELIALE è lo strato cellulare che costituisce l’epidermide e lo strato superficiale delle mucose e delle membrane sierose. Può essere semplice o pluristratificato ed ha una capacità di rigenerazione totale che può avvenire in meno di ventiquattro ore.
ERISIPELA malattia febbrile acuta caratterizzata da infiammazione ed eritema cutaneo con segni e sintomi sistemici.
ERITEMA l’arrossamento della cute dovuto ad una iperemia che scompare alla digitopressione.
ESCARA tessuto secco e duro che si forma sulla lesione per disidratazione. È costituito da siero essiccato e da cellule morte.
ESOTOSSINE tossine escrete da microrganismi generalmente Gram-positivi (Clostriudium tetani, Streptococco pyogenes, Staphilococcus aureus) ed immesse nell’ambiente circostante.
ESSUDATO fluido prodotto dalla lesione, costituito da siero, leucociti e materiale devitalizzato. Il volume diminuisce con la progressione della riparazione tessutale. L’essudato può avere proprietà battericide e contenere fattori nutritivi. Può anche risultare infetto.
EXTRACELLULARE, MATRICE il tessuto nel quale si trovano le cellule. È costituito da matrice e da fibre. La matrice è formata da un materiale amorfo simile a gel nel quale sono contenuti i fluidi interstiziali e i proteoglicani. Le fibre sono formate da collagene, elastina, fibre reticolari e le proporzioni di queste sostanze variano in base ai tessuti.
FAGOCITI cellule della serie bianca in grado di distruggere batteri, tessuto devitalizzato e corpi estranei.
FAGOCITOSI processo di ingestione e digestione di batteri e corpi estranei da parte dei macrofagi o dei neutrofili.
FASCIA lamina di tessuto connettivale che avvolge le strutture muscolari e gli altri organi.
FATTORI DI CRESCITA elementi essenziali per la proliferazione cellulare, costituiti da citochine e peptidi. Vengono definiti con il nome della cellula da cui prendono origine. Hanno funzione di replicazione e migrazione cellulare, sintesi del collagene e della matrice extracellulare.
FIBROBLASTI cellule della matrice connettivale. Contribuiscono alla formazione di collagene.
FILM TRASPARENTI medicazione avanzata costituita da una pellicola trasparente di polietilene e poliuretano con adesività selettiva.
FISTOLA un tratto anomalo di comunicazione tra un organo interno e la cute.
GANGRENA necrosi tessutale conseguente ad anossia. Associata ad infiltrazione infettiva del tessuto perilesionale.
GRANULAZIONE tessuto neoformato che appare durante la fase proliferativa della riparazione tessutale. È costituito principalmente da un numero di capillari neoformati.
GUARIGIONE PER PRIMA INTENZIONE è così definita la ferita che guarisce senza lasciare un difetto anche minimo e senza formazione del tessuto di granulazione.
GUARIGIONE PER SECONDA INTENZIONE quello che succede quando la ferita è lasciata aperta e guarisce per granulazione. Questo processo di guarigione è più lento del precedente.
GUARIGIONE PER TERZA INTENZIONE a volte si ha la terza intenzione o chiusura ritardata: è questo il caso in cui la ferita è lasciata aperta per via del posizionamento di un drenaggio e successivamente chiusa con tecnica chirurgica.
IDROCOLLOIDI medicazioni avanzate che realizzano un ambiente umido ed assorbono medie quantità di essudato. Sono disponibili in placche e paste e promuovono il tessuto di granulazione.
IDROFIBRE medicazioni avanzate a base di carbossimetilcellulosa che promuovono un ambiente umido con assenza di traumatismo sulla sede di lesione. Assorbono consistenti quantità di essudato gelificandosi in modo selettivo.
IDROFILICA una sostanza che è in grado di attrarre acqua.
IDROFOBICA una sostanza che è in grado di respingere acqua.
IDROGELI sono medicazioni avanzate idrofili che promuovono l’ambiente umido. Contengono alte percentuali d’acqua (fino all’ 80%) e possono idratare lesioni necrotiche stimolando il debridement autolitico.
INFEZIONE i microrganismi patogeni non sono soltanto presenti ma si moltiplicano e producono nell’ospite una reazione che può assumere varie forme e la cui identificazione può essere difficile per chi non è pratico. Questo è definito, appunto, infezione (Vedi anche alla voce “contaminazione” e “colonizzazione”).
INFIAMMAZIONE una risposta dell’organismo a un trauma o ad una infezione, caratterizzata da segni clinici come eritema, edema, ipertermia, dolore.
INNESTO applicazione di una lamina libera di cute da una sede all’altra. Si può realizzare in laboratorio con varie dimensioni a partire da una piccola biopsia.
INTERLEUCHINE letteralmente significa “tra i leucociti”. Sono mediatori chimici che si accumulano nelle aree dove sono stati attivati i linfociti T. Permettono alle cellule del sistema immunitario di comunicare tra loro, coordinandone la risposta immunitaria.
IPERGRANULAZIONE eccessiva formazione di tessuto di granulazione conseguente ad edema dei capillari neoformati.
ISCHEMIA riduzione di apporto sanguigno in un distretto corporeo caratterizzata da dolore ed alterazioni della sede irrorata.
ISTAMINA una proteina che causa la dilatazione dei vasi sanguigni. Successivamente si ha un aumento della permeabilità dei vasi sanguigni che comporta lo stravaso di liquidi nei tessuti fino a risultarne un gonfiore.
LESIONE termine aspecifico per descrivere un danno tessutale.
LEUCOCITA cellula della serie bianca che ha un ruolo importante nelle difese dell’organismo.
LIPODERMATOSCLEROSI una colorazione marrone della parte bassa degli arti come risultato della distruzione dell’emoglobina. Questa condizione è generalmente associata ad ipertensione venosa e ad ulcere alle gambe.
MACERAZIONE un’alterazione del tessuto perilesionale per eccessiva essudazione di una lesione ulcerativa.
MEDICAZIONI AVANZATE materiale di copertura con caratteristiche di biocompatibilità. Sono definite anche occlusive poiché realizzano un ambiente umido.
MATRICE EXTRACELLULARE è una sostanza base costituita da fibre. È materiale amorfo, tipo gel, che riempie gli spazi intracellulari con fluidi e glicoproteine.
NECROSI morte cellulare all’interno di un tessuto che si manifesta con aree di colore nero/marrone in base al livello di disidratazione. Al tatto somiglia al cuoio.
NOSOCOMIALI, INFEZIONI le infezioni contratte in ambiente ospedaliero.
PATOGENI microrganismi in grado di causare una malattia.
POLIURETANO una sostanza presente in numerose medicazioni avanzate.
POLSI ARTERIOSI vengono repertati sulla superficie dorsale e perimalleolare del piede. Sono la prima indagine semeiologica vascolare.
PURULENTO che produce pus.
PUS fluido prodotto in corso di infezione, costituito da essudato, germi e cellule della serie bianca in fase di degradazione.
RIPARAZIONE TESSUTALE guarigione del tessuto che può avvenire per prima o per seconda intenzione.
SAPROFITA aggettivo per descrivere gli organismi che non sono patogeni per l’ospite, ma che rappresentano la normale flora come ad esempio l’Escherichia Coli per l’intestino.
SLOUGH devitalizzazione del tessuto che assume una colorazione bianca, giallastra o grigia e che appare sul fondo della lesione. Può facilitare l’infezione e deve quindi essere rimosso per attuare la guarigione della lesione.
SOLUZIONE FISIOLOGICA soluzione salina composta da 0.9% di cloruro di sodio.
STADIAZIONE classificazione delle lesioni ulcerative per un corretto monitoraggio durante la loro evoluzione.
SUPPURAZIONE processo di formazione del pus.
TECNICA DELLA POSIZIONE A 30 GRADI posizionare il paziente in modo che diminuisca il rischio di lesione da decubito. Il paziente è posizionato in inclinazione laterale, appoggiato su cuscini con la schiena che forma un angolo di trenta gradi con il piano di appoggio (il letto).
TOPICO attributo associato a prodotti che vengono utilizzati per uso locale sulle lesioni cutanee.
ULCERA soluzione di continuo della cute che può cronicizzare ed avere varie origini e differente stadiazione.
ULTRASUONI DOPPLER un apparecchio che si usa per registrare l’indice di pressione arteriosa agli arti inferiori. Il nome deriva dal medico austriaco che ne ha messo a punto la tecnica.
VASCULITI infiammazioni di piccoli vasi arteriosi, venosi o linfatici da cui risulta la formazione di fibrosi e trombi. È normalmente associata a malattie reumatiche ed è sinonimo di angioite.
VESCICOLA una raccolta di siero intraepidermica che può essere il risultato di un trauma chimico, di un trauma termico o di una reazione allergica.